L’impianto VRF è uno degli impianti di climatizzazione più apprezzati per tecnologia ed efficienza, soprattutto in ambito industriale.
Fa parte della categoria di impianti ad espensione diretta, in grado di operare sia in riscaldamento che in raffrescamento.
In questa guida vediamo come funzionano i sistemi VRF, quali vantaggi introducono, le differenze sostanziali con un impianto idronico ed il costo.
Indice
Impianto VRF: significato
Il significato di VRF è Variable Refrigerant Flow, ossia sistema a fluido di refrigerante variabile.
VRF e VRV: differenza
Non vi è alcuna differenza tra impianti VRF e impianti VRV.
VRV, ancronimo di Variable Refrigerant Volume, è un termine commerciale coniato dalla Daikin mentre VRF è un termine generico che identifica tutti gli impianti a portata variabile di gas refrigerante.
Impianto VRF: componenti
Un impianto di climatizzazione industriale VRF è composto da quattro componenti principali:
- Unità esterna: all’interno della quale è contenuto il compressore e la batteria di scambio con l’aria esterna;
- Unità interne: dislocate nei vari locali da climatizzare, rappresentano i terminali che contengono la valvola di laminazione e la batteria che genera l’effetto utile in ambiente; Sono disponibili in diversi modelli (cassette, canalizzabili, a parete, a soffitto e a pavimento);
- Tubazioni in rame: dove scorre il liquido refrigerante;
- Sistemi di controllo: per monitorare il funzionamento del sistema e regolare la temperatura.
A volte sono presenti anche dei sistemi di rinnovo dell’aria che per mezzo del recupero di calore permettono il rinnovo dell’aria riducendo al minimo il dispendio di energia e minimizzando le fluttuazioni di temperatura.
Impianto VRF: funzionamento
Il principio di funzionamento di un sistema VRF è per certi versi simile al funzionamento di una pompa di calore (quindi a compressione di vapore) ma con alcune differenze sostanziali.
Le trasformazioni di stato del refrigerante – utili per riscaldamento e raffrescameno – avvengono direttamente in ambiente per mezzo delle batterie di scambio.
Il compito dell’unità esterna è quello di integrare o smaltire la potenza necessaria al funzionamento del ciclo, attraverso lo scambio con l’ambiente esterno.
L’intero impianto di climatizzazione VRF utilizza un compressore inverter per modulare la portata di refrigerante da inviare alle unità interne dell’impianto e per la movimentazione del fluido di lavoro, aumentando l’efficienza del sistema.
Impianto VRF: tipologie
Sul mercato sono disponibili due modelli di impianti VRF: a pompa di calore ed a recupero di calore.
I sistemi VRF a pompa di calore che, come le pompe di calore, possono essere utilizzati per riscaldare o raffrescare gli ambienti semplicemente invertendo il ciclo di lavoro dell’unità esterna.
Possono disporre di un flusso d’aria verticale o orizzontale. Quest’ultimi sono più compatti e dunque ideali per essere installati in spazi ridotti e con un peso complessivo notevolmente più basso.
I sistemi VRF a recupero di calore consentono di riscaldare e raffrescare contemporaneamente locali diversi. Si chiamano a recupero di calore in quanto il calore viene recuperato attraverso la condensazione, assicurando un elevato risparmio energetico che può arrivare anche fino al 30%!
Sono ideali per la climatizzazione di edifici caratterizzati da ampie vetrate o con esposizione nord/sud, che hanno bisogno di una diversa climatizzazione nel corso del giorno a seconda dell’orientamento, o per quelle realtà commerciali che presentano esigenze termiche diverse all’interno dello stesso edificio, come ospedali, hotel, centri benessere e RSA.
Impianto VRF: pregi e difetti
I vantaggi di un impianto VRF sono molteplici:
- Riscaldare e raffrescare gli ambienti con un unico impianto, addirittura contemporaneamente usando i VRF a recupero di calore;
- Modularità del sistema ed elevata flessibilità di installazione;
- Ampia possibilità di personalizzazione per via della vasta gamma di unità interne disponibili;
- Non necessitano di canna fumaria;
- Elevata efficienza energetica, fino a 5 COP e 6 EER;
- Consumi in bolletta ridotti;
- Non necessitano di verifiche o approvazioni da parte dei VVF;
- Sono caratterizzati da sezioni di alimentazione con tubazioni di ridotte sezioni;
- Non richiedono Centrali Termiche e di conseguenza non sono necessarie linee di adduzione del gas metano;
- Nessun rischio di perdita di acqua;
- Nessun rischio di danneggiamento della struttura edilizia ospitante;
- Nessun rischio di congelamento delle tubazioni anche in caso di inutilizzo prolungato dell’impianto nel periodo estivo.
Impianto VRF o idronico?
La prima reale differenza tra VRF e idronico sta nel fatto che i sistemi VRF utilizzano gas refrigerante come vettore energetico mentre gli impianti idronici utilizzano l’acqua.
Il gas refrigerante garantisce un’inerzia più bassa, aumentando l’efficienza complessiva dell’impianto e diminuendo i danni correlati in caso di perdita.
L’espansione diretta, infatti, consente l’evaporazione a temperature superiori e la condensazione a temperature inferiori, con conseguente aumento dell’efficienza.
La progettazione di un impianto VRF garantisce meno libertà rispetto a quella di un impianto idronico. Le componenti del sistema VRF, infatti, vengono scelte su misura dal progettista, garantendo di fatto un’ottimizzazione elevata.
Dal punto di vista ambientale, l’impianto idronico ha una marcia in più in quanto non utilizza refrigerante, o per lo meno presente solo nel generatore e non nel circuito di distribuzione. Gli impianti VRF devono invece seguire le disposizioni della normativa UNI-EN378.
Impianto VRF: prezzo
Un prezzo di partenza di un impianto VRF è di minimo 8.000 euro ma essendo un impianto progettato su misura, i costi lievitano molto velocemente.
Impianto VRF: agevolazioni fiscali
È possibile usufruire delle seguenti agevolazioni fiscali per l’installazione di impianti VRF:
- Ecobonus 65% per la sostituzione di un impianto di climatizzazione esistente con un nuovo impianto del tipo VRF;
- Conto termico.
L’installazione di un impianto VRF consente di accedere anche al meccanismo dei Certificati Bianchi che però non cumulabile con altre agevolazioni fiscali.
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